Il trend è positivo. Con un numero delle compravendite che — secondo l'osservatorio di Scenari Immobiliari — entro fine anno arriveranno a superare le 33mila, 11mila in più rispetto al 2013. Corre il mercato immobiliare milanese: nei primi sei mesi del 2017 le compravendite sono state 15.600, cento in più rispetto ai sei mesi precedenti (nel secondo semestre del 2016 sono state 15.500) e ben 1.500 in più rispetto all'anno prima (nel primo semestre del 2016 erano 14.100). Un segno positivo stabile, secondo l'osservatorio dell'istituto di ricerche specializzato nell'indagine dei mercati immobiliari. Per Milano, così, le proiezioni parlano di un 2017 che si chiuderà, di qui a dicembre, con altre 17.600 compravendite nella seconda metà dell'anno. Con un aumento, in termini percentuali, del 13,5 per cento.
Numeri alti. Impensabili durante la crisi iniziata nel 2008, quando la recessione economica ha iniziato ad andare di pari passo con la difficoltà, da parte di giovani, single o famiglie monoreddito, di ottenere un mutuo. Tempi passati. Perlomeno stando agli studi e ai dossier stilati dagli esperti del settore immobiliare, che parlano di prezzi che nei primi sei mesi dell'anno sono rimasti sostanzialmente stabili, con variazioni contenute tra lo zero e il meno 0,1 per cento, sia per quanto riguarda le abitazioni di nuova costruzione, sia per quelle "usate". E di una ripresa, appunto, delle compravendite.
A trainare la rinascita sono soprattutto i nuovi progetti di sviluppo della città che, secondo lo studio "Milano building the future 2017" realizzato dalla Camera di commercio, permetteranno di qui ai prossimi anni ai milanesi di godere di sei milioni di metri quadrati riqualificati in tutta la città. Una superficie enorme, che corrisponde a un terzo di Sondrio e Aosta. E che troverà una nuova vita grazie a 25 progetti di sviluppo — da Santa Giulia e Citylife, al restyling della Torre Galfa di via Galvani e all'inaugurazione della Fondazione Feltrinelli — che riguardano sia la città, sia l'hinterland. Dal quale inizia anche un fenomeno di rientro, con tanti "ex milanesi" che negli anni della crisi avevano lasciato la città. E che adesso, grazie alla ripresa economica e alla "nuova giovinezza" che Milano sta vivendo, stanno a poco a poco rientrando in città.
Il fenomeno del pendolare "di ritorno" emerge bene nel rapporto immobiliare stilato da Nomisma. «Dopo decenni di fuga dalla città, i milanesi stanno invertendo la rotta, e una parte consistente della domanda di ritorno si sta rivolgendo alle zone di pregio e al centro, sia per acquistare sia per locare l'abitazione», spiegano dalla società indipendente, che da quasi 30 anni realizza un osservatorio sul mercato immobiliare. Secondo l'ultimo rapporto, ecco che allora è innegabile, anche in questo caso, la ritrovata dinamicità della piazza milanese. Dove, ormai, un'abitazione messa in vendita rimane in attesa di un acquirente per meno di sei mesi (in media, la vendita avviene nel giro 5,8 mesi) e si tratta meno sul prezzo: lo sconto praticato sui prezzi, non più in caduta libera come nel periodo della crisi, è dell'11,5 per cento.
A guidare la ripresa — concordano tutti gli studi — è il settore residenziale: ad arrancare ancora sono invece gli uffici e le botteghe, il cui mercato recupera in modo spiccato nel centro cittadino, dove i tempi medi di vendita scendono a 5,1 mesi, e lo sconto che chi vende è costretto a fare si ferma al 7,7 per cento (nel resto della città, per le botteghe lo sconto in media è invece del 12 per cento). Più «rarefatto», dicono da Nomisma, è invece, il mercato "direzionale", ossia quello degli uffici, la cui piazza resta ancora poca dinamica e più in sofferenza.
fonte: La Repubblica