Ripresa del mercato immobiliare con un timore: il fisco in agguato

mercoledì 06 settembre 2017 - 20:29

AIla ripresa delle attività dopo le ferie estive si pensa già al futuro del mercato immobiliare dopo essersi lasciati alle spalle l'andamento delle vendite delle seconde case: sono aumentate del 20% sul 2016, ma con i prezzi calati in media del 2,5% (in Puglia -0,9%, in Basilicata -1,4%). In Puglia, al riguardo, per il futuro si ha fiducia anche sulla domanda estera (in aumento in tutt'Italia) incrementata dai recenti avvenimenti mondani che hanno lanciato le bellezze della regione nel mondo: dai matrimoni milionari all'arrivo di super star con esibizione.

 

Più rilevante, comunque, l'andamento complessivo del mercato immobiliare. Anche questo, in genere, caratterizzato da un aumento delle compravendite accompagnato però dal continuo calo dei prezzi (anche se sempre più blando). Per quanto riguarda Bari è evidente l'aumento delle offerte, talvolta dai prezzi particolarmente invitanti da cogliere al volo per non farsi battere dalla concorrenza. Un chiaro esempio è un appartamento nuovo in un edificio di pregio nella nuova Poggiofranco, a Bari.

 

Unico, viene proposto a 2.800 euro a mq invece che 3.100, quotazione precedente e identica a quella di altri appartamenti delle zona. Altre opportunità possono essere gli uffici nel Murattiano dalle cifre ridotte a causa dell'abbondanza di offerte. Talvolta possono essere trasformati in abitazione (pazienza se con sole finestre), talvolta sono interessanti per una soddisfacente rendita: un ufficio di 87 mq in piano centro viene proposto a 190.000 euro (trattabili?) con studio medico e rendita di 620 euro/mese; un altro di 90 mq in una zona pedonale, vuoto, viene proposto a 200.000 euro. La convenienza? Tutto sta nel prevedere il futuro andamento dei prezzi.

 

E veniamo, quindi, ad un recente incontro sul futuro del mercato immobiliare, basato su una rilevazione. sul suo andamento a partire dal 2016, che ha visto come protagonista l'Assoedilizia. ha evidenziato che "nell'ultimo mezzo secolo e oltre, il mattone non ha mai tradito la fiducia degli italiani. Il valore della casa, depurato dall'inflazione, si è incrementato del 7% nel decennio 1961-1970 e dopo il picco del quasi raddoppio più 90% dal '71 all'80 (anni di inflazione stratosferica), ancora negli anni 2001-2016 ha registrato un segno positivo del 16%, pur incorporando la pesante crisi causata dalla recessione mondiale scatenata dagli Stati Uniti".

 

I dati hanno messo in evidenza che "i prezzi immobiliari sono cresciuti in media dell'8 % annuo in 55 anni (1961-2016) e che nello stesso arco temporale il costo della vita è cresciuto in media del 6,1% annuo: l'incremento reale composto è stato pertanto pari all'1,8°/0 annuo in 55 anni: in altri termini, nel 1961 un investimento immobiliare in lire equivalente a100.000 euro oggi è diventato di oltre 260.000 euro, sempre al netto dell'inflazione".

 

La rilevazione, elaborata da Reddy's Group su dati propri e di Istat, Censis, Agenzia delle Entrate e Omi, racconta la storia dell'investimento più amato dai connazionali e ne anticipa il probabile futuro prendendo in esame gli indici del potere di acquisto dell'impiegato medio italiano e l'indice dei prezzi reali degli immobili residenziali dal 1963 al 2016.

Emergono due linee, sempre ben lontane, quasi toccarsi nel 2007-2008, inizio recessione, a dimostrare come il nostro battezzato "signor Rossi" non avesse più possibilità di investire in immobili dati gli alti valori raggiunti dal comparto. Possibilità che, con la rapida caduta degli stessi negli anni successivi, il nostro investitore ha ampiamente riacquistato tanto che dal minimo di compravendite 403.000 unità del 1913 siamo arrivati alle quasi 529.000 del 2016.

 

Profumo di ripresa, quindi? Con prudenza, tenendo conto che si è ancora lontani dalle 845.000 vendite del 2006. E che, come ha commentato il presidente di Assoedilizia, Achille Colombo Clerici: "Nel futuro ci sono tre gravi incognite: ventilata imposta patrimoniale, ripresa della attuazione della revisione catastale e aggravio della imposta sulle successioni".

 

fonte: La Gazzetta del Mezzogiorno, 3 settembre 2017