Prezzi delle case ancora in calo nel terzo trimestre 2018: -0,8%

domenica 13 gennaio 2019 - 15:48

I dati del terzo trimestre 2018 elaborati dall'Istat ridimensionano anche i lievi segnali positivi registrati nel periodo precedente su base congiunturale: i prezzi delle abitazioni tornano infatti in calo anche rispetto al periodo aprile-giugno, quando a loro volta avevano invece segnato un lieve rialzo rispetto a inizio 2018. La diminuzione è dello 0,8%, e un'analoga contrazione viene registrata su base annua: la settima consecutiva, nota l'Istat.

 

Secondo le stime preliminari dell'indice dei prezzi delle abitazioni (Ipab) acquistate dalle famiglie, «per fini abitativi o per investimento, i prezzi sono diminuiti del 16,7% rispetto alla media del 2010». Alla base del crollo ci sono le abitazioni esistenti, i cui prezzi sono scesi del 22,9%; quelle nuove hanno fatto segnare invece +0,2%.

 

«Anche nel terzo trimestre – nota l'Istituto nazionale di statistica – la flessione tendenziale dei prezzi è da attribuire unicamente ai prezzi delle abitazioni esistenti, che registrano una variazione negativa pari a -1,3% (era -0,8% nel trimestre precedente). I prezzi delle abitazioni nuove, invece, accelerano su base tendenziale passando dal +1,2% del secondo trimestre del 2018 al +1,4% del terzo trimestre. Mentre su base congiunturale la diminuzione è dovuta a entrambe le tipologie (-1% per le abitazioni esistenti e -0,2% per quelle nuove)». Il tasso di variazione acquisito per il 2018 è pari a -0,5 per cento.

 

«Nell'ultimo anno – il presidente di Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa – afferma Spaziani in una nota – i prezzi delle abitazioni esistenti sono diminuiti di un ulteriore 1,3%. A questi numeri vanno sempre aggiunti quelli dell'infinito patrimonio di immobili privi di qualsiasi valore perché nessuno li vuole acquistare o prendere in affitto. I risparmi degli italiani vanno in fumo e la politica continua a girarsi dall'altra parte. Anzi, la legge di bilancio ha addirittura concesso ai Comuni, per la prima volta dopo tre anni, la libertà di aumentare ancora le aliquote della già folle patrimoniale sugli immobili rappresentata dai 21 miliardi di euro annui di Imu e Tasi (per un totale di 150 miliardi dal 2012 a oggi)».

 

fonte: il Sole 24 Ore